La storia di Cottanello - bandacottanello

Vai ai contenuti

Nell'ampia terra della Sabina, che da Rieti si estende fino a Passo Corese, addormentati sui monti gli antichi castelli, intonando melodie, vanno al loro passato e per che sfidino il tempo, fermi come sono a immagini millenarie.

Sensazioni che si ravvivano, se si percorre la provinciale che da Rieti porta a Contigliano, per poi risalire gli erti colli, ricchi di vegetazione e fauna, fin su, a Fontecerro, ove pura e salubre è l'acqua della fonte denominata Fonte Lallo, ove suggestiva e cangiante con le stagioni è la vegetazione, ove la strada si incurva in ripida discesa, per giungere alla rurale contrada delle Piane.
Segue, ancor più in basso, l'altra contrada rurale di Santa Maria Colli della Fonte.
Dopo rapide curve appare, incavata nella bianca roccia, la chiesa di San Cataldo. Questa, nella sua umiltà, fu centro prediletto del Poverello.
Ecco Cottanello. Il muraglione che cinge il paese trasmette il messaggio dell'antico castello.
Di quest'ultimo il paese conserva i due portoni e le torri e i fortini, necessari per difendersi in guerra.
Il primo portone, denominato Porta del Regno, perché collocato verso nord, ove si estendeva il Regno di Napoli, venne costruito in epoca remota e imprecisata, ma rifatto, a causa di un suo probabile disfacimento, nel 1572. In tale data venne riparata anche gran parte del muraglione.
Di Porta del Regno si conservano l'arcata in pietra ben lavorata e i ganci murati del portone, mentre è completamente distrutta la costruzione che sorgeva sopra la porta e che serviva da riparo alle guardie del castello.
All'interno, sorge la chiesa di San Luigi, denominata fino al secolo scorso, dei Santi Nicola e Cataldo. Questa chiesa termina con una forma semicircolare, che si ricongiunge all'arco di Porta del Regno.
Data la sua costruzione, effettuata in epoca diversa rispetto al muro di sostegno della salitella, che da piazza "Insorti d'Ungheria" conduce alla porta, taluni hanno affermato che, in luogo di quella salitella, sorgeva l'antico ponte levatoio; invero sappiamo solo che quel tratto era un tempo costituito da scalini di pietra, simili ad altri che si rinvengono all'interno del paese.
Caratteristici sono i due finestroni, che si affacciano sulla salita poco innanzi ricordata. Si vuole che essi fossero tre.
Così, del resto è dipinto nel quadro del XVI' secolo di proprietà degli eredi del Generale Finiti.
L'altra porta, denominata Porta Romana, perché costruita a sud e, quindi, dirimpetto alla Città Eterna, conserva l'arco con sovrapposto lo stemma di casa Orsini e il Fortino, con i posti di vedetta e di riparo per le guardie. Anch'essa è chiusa da una torre, la quale era sicuramente ben munita e difesa, in quanto costituì uno dei più importanti baluardi difensivi.
Anche qui una rampa di scale congiungeva la porta alla strada sottostante, che era angusta e difficilmente praticabile.
Tra le due porte, il muro di cinta era intervallato da altre tre torri, di cui una è, purtroppo, caduta in epoca non lontana.
All'interno del muraglione una via, detta del Corridoio, unisce le due porte; essa fu testimone degli attacchi subiti dai castellani nei secoli.
In prossimità di Porta Romana, sulla via del Corridoio, un'altra porta permette l'accesso all'interno del paese. Qui, operava stabilmente una sentinella, la quale era addetta al controllo della vallata sottostante.
Anche le altre torri erano munite e ben difese. Si notano tuttora i fortini e i posti di vedetta. Si deve a questa valida organizzazione il fatto che, come vedremo, il castello fu un baluardo imprendibile in guerra.
Le strade interne sono tutto un selciato. Esse, restaurate pochi anni or sono, contribuiscono in maniera determinante alla conoscenza delle costruzioni medioevali.
Laddove le discese sono troppo ripide, esse sono sostituite da scalinate, che ridiscendono negli angoli più segreti dell'antico castello.
Le case sono di costruzione medioevale. Alcune, con discutibile gusto, sono state recentemente restaurate, altre riparate in epoca più antica. In questo ultimo caso, le pareti esterne sono ricche di antichi archi di mattoni rossi e pietre a vista.
Altri splendidi archi dei secoli XV, XVI e XVII costituiscono gli attuali usci delle abitazioni, cosi come anche eleganti davanzali in pietra ricamano le finestre, costruite nella stessa epoca. Altre finestre hanno una singolare forma arcuata e compongono con bei portali edifici di nobile aspetto.
Altri edifici sono assai più umili, ma ricchi in egual misura di elementi che contribuiscono alla conoscenza del passato. Gli uni e gli altri si serrano tra di loro lungo le bianche stradine di pietre, che si annodano intorno al cucuzzolo del colle, incoronato dalla chiesa parrocchiale di Sant'Andrea.
Qui sorge la piccola piazza, dominata dalla bianca e possente facciata della chiesa. Qui e nella via che da essa parte e ridiscende fino a Porta del Regno, si snodano i pochi negozi, che, congiuntamente agli altri situati ai piedi del castello, compongono l'anello commerciale del paese.
Il campanile, che svetta verso il cielo, è il punto estremo dell'abitato, ed esso, sembra quasi proteggere la vita della sottostante popolazione, richiamando su di sé persino i fulmini che, in caso contrario, arrecherebbero gravi danni.
La signoria degli Orsini è documentata anche da vari stemmi, incisi su alcuni architravi.
Nella piazza centrale la rosa degli Orsini è visibile su un palazzo di nobile aspetto, che fu la sede del vicario. Anche abitazioni più umili testimoniano il passato di questa signoria. In particolare, su una parete di una casa annerita, si nota uno stemma, raffigurante due orsi, l'uno posto contro l'altro, ai lati del classico simbolo della storica famiglia romana.
Poche le scritte sui portali. Inviti all'umiltà e ad una retta vita sono espresso dal motto: "CHI PENSA AL FINE RAFFRENA OGNI SUO VOGLIA", che si legge su un architrave di un'abitazione, situata nel centro del paese.
Ai piedi del castello, sul lato nord-ovest, sorge l'antico convento di San Giovanni Battista, abitato un tempo dai PP. Agostiniani. La chiesa, oggi denominata San Nicola da Tolentino, è gravemente danneggiata dal tempo e dall'incuria.
Di rimpetto a quella chiesa, sulla facciata di una civile abitazione, venne murata in epoca recente una pietra funeraria romana, purtroppo incompleta, con su scritto: T.F. CLU. MARSUS".
Altre contrade sorgono ai piedi del castello, da nord a sud: dall'attuale Castiglione, alla laboriosa Collelungo, dai Ferrari ai Livertini, da questa a Castagneto. Quest'ultima agricola contrada si snoda lungo la strada, che dal bivio per Poggio Mirteto conduce fino alla Piana di Vacone. Tra una contrada e l'altra, la verde campagna è punteggiata dalle bianche case dei coloni.
Essa è ricca di frumento, di alberi da frutta, di viti, di olivi, di ortaggi, di castagni.
Gli allevamenti maggiormente praticati sono quelli dei bovini, dei suini, degli ovini, dei caprini e degli animali da cortile.
1 boschi sono ricchi di legname da costruzione e da ardere.
A sud-ovest di Cottanello, accanto alla tortuosa strada che conduce a Montasola, nella località denominata Collesecco, sorge la villa romana della famiglia dei Cotta, da cui prese nome il paese.
Tutto intorno il castello è racchiuso da un corollario di verdi monti. Sono monti aspri e difficili, che da sempre costituiscono la ricchezza, ma anche il limite di questo piccolo centro della Sabina.

Created with WebSite X5
Torna ai contenuti