La Chiesa di Sant'Andrea è ed è sempre stata la chiesa parrocchiale. Al tempo della visita del cardinale Andrea Corsini ricopriva la carica di arciprete di Cottanello Don Giuseppe Mariani, predecessore del famigerato Don Tiburzi. A quel tempo, quindi, prima dell'incendio, era estremamente bella e fastosa, tanto da meritare gli apprezzamenti dell'illustre visitatore, ma necessitava di alcune riparazioni, che, su ordine del capo della curia sabina, furono effettuate. In particolare, nel 1784, fu rifatto il campanile. Nel 1787 fu sostituito il portone d'ingresso e furono cambiati i confessionali. Sempre in quegli anni, manifestava tutta la sua eleganza nei suoi cinque altari, così denominati: Altare Maggiore, Altare del Santissimo Crocifisso, Altare di San Francesco, Altare di Santa Caterina, Altare di Sant'Antonio. Il Cardinale Corsini indica nel XIV Secolo, la data di costruzione della chiesa. In effetti il Vescovo della Sabina Pietro Ispano nella visita del 1343, rileva l'esistenza della Cappella di Sant'Andrea nel castello di Cottanello, affermando: "Et habit capellam Sancii Andreae intus in dicto castro quae este parrocchialis ". Con ogni probabilità, l'attuale chiesa sorge in luogo di quell'antica e leggendaria Cappella. Essa ne ha ricevuto e tramandato la denominazione.
L'incendio colpì particolarmente questo edificio che, come detto, conserva di quell'episodio una bella e grande lapide. La chiesa, pertanto, all'interno, non è certamente manifestazione delle qualità artistiche dei secoli passati, ma, nello stesso tempo, è veramente molto bella, piena di affreschi, di immagini sacre e di tre bellissimi altari.
Fu affrescata con pazienza ed amore dal bravissimo maestro locale Gaetano Pasquarelli negli anni 1935-40. Il maestro, che è tra le figure più illustri che la storia di Cottanello ricordi, amante e valido esperto di musica, fu per molti anni un noto pittore e il valente maestro della locale banda musicale. Egli, nell'affrescare la volta della chiesa, la quale raffigurava il Santo protettore di Cottanello in cielo, cadde dall'impalcatura, procurandosi seri guai che, in ogni caso, non gli impedirono di portare a termine quella suggestiva immagine, che è nel suo complesso la Chiesa parrocchiale di Sant'Andrea. Da notare che la data dell'affresco è documentata anche dagli stemmi del Vescovo della Sabina Sibilia e del Papa Pio XII, dipinti sulle pareti delle scale interne della chiesa. Il pavimento è stato recentemente rifatto
a spese del Sig. Domenico Liberati. Il benefattore ha compiuto questo gesto in onore e in memoria della sua compianta sposa, la signora Gelsomina. I tre altari sono così denominati: Altare Maggiore, Altare del S.mo Crocifisso, Altare della Madonna. Essi sono stati donati, il primo dal sig. Colella Umberto e dalla sua consorte Troiani Maria, il secondo ex voto fam. Onori, l'ultimo ex voto fam. Scuderi. Sopra questi altri tre dipinti raffigurano, rispettivamente, Sant'Andrea condotto alla croce, il Santissimo Crocifisso e la Madonna di Pompei.
Il Cardinale Corsini, nel volume della sua opera dedicato a Cottanello, documenta l'esistenza di epigrafi funerarie incise sul pavimento, utili principalmente per la ricostruzione degli alberi genealogici e, quindi, per poter documentare l'esistenza di alcune famiglie nei secoli passati. Dalla loro lettura, ma anche da altri documenti si rileva che, per esempio, una delle famiglie più importanti di Cottanello, la famiglia De Cesari, dalla quale nacque il notaio Domenico Antonio De Cesari, che rogò nel nostro paese dal 1710 al 1740, è oggi completamente scomparsa.